Dopo l’incursione nel mondo del video e della fotografia proposto da “Community. La ritualità collettiva prima e dopo il web“, il MARCA (Il Museo delle Arti) di Catanzaro prosegue la sua programmazione con un’importante rassegna dal titolo BerlinOttanta. Pittura irruente che restituisce l’atmosfera, la forza e l’originalità creativa di una grande metropoli ferita, Berlino, dall’inizio degli anni ottanta sino a quel 9 novembre del 1989, quando la caduta del Muro ha decretato la fine di un’epoca e la nascita della nuova Germania.
Gli ottanta non furono anni qualunque per Belino. Se non il centro del mondo, la città, al di qua del Muro, fu il centro dell’Europa. A Kreuzberg e nei quartieri popolari, giovani di tutto il continente venivano calamitati qui da un profondo senso d’inquietudine e di cambiamento. Erano i nuovi Punk, ma anche giovani borghesi che si davano appuntamento in una città dove gli eccessi e la creatività non si ponevano limiti.
Il “Kreuzberg Mishung“, ovvero il “Miscuglio di Kreuzberg” rappresenta il crogiolo delle arti, in particolare musica, cinema e pittura. Qui si è formato il gruppo dei giovani artisti berlinesi che con la loro pittura fortemente trasgressiva e provocatoria hanno saputo trasformare l’estetica. E’ proprio su questa irrepetibile fase vissuta dall’arte a Berlino che si concentra l’esposizione proposta dal MARCA.
BerlinOttanta. Pittura irruente, a cura di Alberto Fiz, è aperta sino al 9 ottobre ed è promossa dalla Provincia di Catanzaro – Assessorato alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e della Fondazione Rotella. L’iniziativa fa parte delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia ed è accompagnata da una monografia edita da Electa.
“Il MARCA presenta un progetto di grande impegno internazionale che pone l’attenzione sulle vicende storiche che hanno coinvolto Berlino durante un decennio cruciale come quello degli anni Ottanta”, ha affermato Wanda Ferro Presidente della Provincia di Catanzaro. “Si tratta di una mostra inedita e coraggiosa che ci consente di riflettere sull’arte, così come sulla nostra storia recente ampliando e approfondendo il dibattito culturale.”
Sono state selezionate 70 opere (provengono da istituzioni pubbliche e private italiane e straniere), tra grandi dipinti, tecniche miste e fotografie, rigorosamente degli ottanta. Tutte di artisti che in quegli anni e in quel singolarissimo contesto culturale ed esistenziale hanno scelto di riconoscersi nella pittura riproponendola come linguaggio d’elezione per raccontare e raccontarsi. Sono Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Salomé, Bernd Zimmer, messi in relazione con i loro predecessori Georg Baselitz, Karl Horst Hödicke, Bernd Koberling e Markus Lüpertz.
“BerlinOttanta rilegge una vicenda che ha profondamente influenzato gli esiti dell’arte contemporanea ponendo al centro una città dagli infiniti risvolti storici, politici, ideologici ed esistenziali”, afferma Alberto Fiz. “Berlino dilaniata e divisa in due, non è solo il luogo dove avviene la trasformazione dell’arte, ma diventa, spesso, il soggetto dell’indagine pittorica contribuendo a riproporre l’attualità della pittura intesa come progetto intorno alla quale si sviluppa l’identità.”
L’esposizione, che occupa i due piani del museo, propone il ritorno della pittura attraverso il dialogo tra gli artisti che, sin dagli anni sessanta, hanno posto le basi per un cambiamento profondo del linguaggio estetico e il gruppo dei più giovani che si è imposto già alla fine degli anni settanta attraverso un’indagine pittorica dai tratti fortemente provocatori evidenziata attraverso una figurazione urlata, emotivamente coinvolgente di matrice neoespressionista. Gli artisti si mettono in gioco e raccontano loro stessi in un diario quotidiano dove non mancano riferimenti alla sfera intima e sessuale o, nel caso di Zimmer, alla costruzione di un mondo naturale che dialoga a distanza con gli umori della metropoli.
Proprio il 1980 è l’anno in cui si presenta al pubblico il gruppo di pittori berlinesi Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Salomé, Bernd Zimmer che nel 1977 avevano aperto in Kreuzberg la Galerie am Mortizplatz, uno spazio autogestito dove sono confluite alcune delle sperimentazioni più interessanti. La loro mostra proposta alla Haus am Waldsee di Berlino aveva come titolo Heftige Malerei (da qui prende spunto il titolo della rassegna al MARCA) e sintetizza la ribellione nei confronti dei canoni dominanti attraverso un approccio pittorico sensibilmente percepibile che s’ispira all’attualità quotidiana dei media, della musica rock, della cultura punk, così come ai temi di carattere politico, artistico o sessuale. High and low si mescolano in un unico contesto dove Vincent Van Gogh e Paul Gauguin sono calati nella metropoli accentuando il clima esotico e allucinato (Van Gogh in metropolitana è una monumentale composizione di Fetting di oltre tre metri esposta in mostra).
A prevalere è una visione soggettiva che passa attraverso l’esperienza personale degli artisti in diretta relazione con il contesto sociale. Sullo sfondo c’è sempre una Berlino minacciosa e affascinante, claustrofobica e trasgressiva, rappresentata da molte opere esposte in mostra. Di Middendorf, per esempio, viene esposto un emblematico dipinto del 1989 dedicato alla caduta del Muro, mentre Hödicke rappresenta lo spazio che divide Berlino Ovest da Berlino Est con una straordinaria serie di tigri ingabbiate. Proprio Hödicke che all’Accademia di Berlino ha avuto tra i suoi allievi Fetting, Middendorf e Salomé esercitando su di loro una forte influenza, è stato il primo a cogliere gli umori della metropoli ipotizzando un immaginario urbano dove i soggetti perdono la loro componente descrittiva per giungere ad una felice sintesi cromatica e formale.
I Moritz Boys, così venivano chiamati gli artisti di Moritzplatz, avevano uno spiccato senso del ritmo, del tempo e della velocità. “Non eravamo pittori punk ma la musica risuonava ovunque nelle nostre opere. Eravamo sempre nei luoghi dove accadevano eventi eccitanti”, hanno affermato.
Si tratta di un vero e proprio sconvolgimento rispetto ad una ricerca algida e minimalista caratteristica degli anni settanta, che coinvolgeva l’osservatore sul piano intellettuale ma non su quello emotivo.
Il ritorno alla pittura è un fenomeno che investe la Germania (accanto a Berlino si diffonde soprattutto a Colonia e a Düsseldorf) ma anche Francia, Spagna, Stati Uniti e soprattutto l’Italia dove nel 1980 gli artisti della Transavanguardia, guidati da Achille Bonito Oliva, vengono proposti alla Biennale di Venezia.
Sono molte le mostre che affrontano le nuove problematiche poste dalla pittura e tra queste è sufficiente ricordare A New Spirit in Painting curata nel 1981 da Chrstos Joachimides alla Royal Academy di Londra a cui segue, l’anno successivo, al Martin-Gropius-Bau di Berlino Zeitgeist curata sempre da Joachimides insieme a Norman Rosenthal.
Accanto a dipinti spesso monumentali e alle opere su carta degli anni ottanta, la mostra si completa con una serie di testimonianze su Berlino che coinvolgono, in particolare, la fotografia, il cinema e la musica. Sono molti i lavori fotografici in mostra come i ritratti degli artisti realizzati da Anne Jud e da Rolf Von Bergmann. Questi ultimi provengono dalla Berlinische Galerie di Berlino. Non manca, poi, una serie di scatti realizzati da Manfred Hamm durante una performance di Rainer Fetting al Muro di Berlino nel 1989.
E’ coordinata da Andrea La Porta la sezione cinematografica che propone rare sperimentazioni realizzate da Middendorf, due video musicali su Berlino dei compositori Alva Noto e Ryuichi Sakamoto, oltre alla proiezione di Asylum (2002) di Julian Rosefeldt, tra i più importanti artisti mediali europei che indaga il rapporto fra cinema e pittura, politica e cultura di massa, passato e presente.
Durante la mostra è prevista una rassegna cinematografica con una serie di film che intendono analizzare il rapporto sinergico tra Berlino e il cinema. Il capolavoro di Walter Ruttmann Berlin: Die Sinfonie der Grosstadt del 1927 apre la rassegna che comprende, tra l’altro, La terza generazione di Rainer Werner Fassbinder, Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders e Lola corre di Tom Tykwer.
La mostra è accompagnata da un’ampia monografia in italiano e inglese edita da Electa a cura di Alberto Fiz con saggi di Alberto Fiz, Hilton Kramer, Andrea La Porta, Ingrid Raab, Stephan Schmidt-Wulffen e interviste a Achille Bonito Oliva, Helmut Middendorf e Bernd Zimmer.
- Informazioni sulla mostra
BerlinOttanta Pittura irruente.
Catanzaro, MARCA (via Alessandro Turco 63),
30 aprile-9 ottobre 2011.
Orario: da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30;
chiuso lunedì Ingresso: 3 euro; tel. 0961.746797.
info@museomarca.com
www.museomarca.com
Mostra a cura di Alberto Fiz promossa dalla Provincia di Catanzaro – Assessorato alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria e della Fondazione Rotella. L’iniziativa fa parte delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Fonte: Studio ESSECI