Stava cantando a Castel Volturno, al concerto conclusivo degli Stati Generali della Scuola. Era il concerto dedicato a Roberto Saviano e alla memoria dei sei africani uccisi poche settimane fa dalla camorra. Miriam Makeba era febbricitante, ma voleva esserci comunque per fare la sua parte contro la camorra e il razzismo, cantando a piedi scalzi sul palco, sebbene l’esibizione nella cittadina del casertano non entrava nel suo tour europeo.
Prima di cantare aveva tenuto un discorso nella sala dedicata a Giovanni Paolo II, sede della locale Caritas.Ha parlato anche dello scrittore e giornalista Roberto Saviano: «un giovane scrittore coraggioso. Ma, come succede in ogni grande causa in ogni parte del mondo, chi parla rischia di essere zittito con la forza».
Appena finita la sua esibilizione è caduta a terra, esanime. Portata in autoambulanza alla clinica di Pinetamare, non è stato possibile salvarla. “Mama Africa” era uno dei simboli della lotta contro l’Apartheid, fuggita dal Sudafrica, sposatasi con un leader delle Black Panthers.
Nelson Mandela ha commentato la notizia della morte della Makeba: «Le sue melodie hanno dato voce al dolore dell’esilio che provò per 31 lunghi anni». La cantante venne privata, infatti, della sua nazionalità dal 1960 al 1991. Mandela ha poi sottolineato che: «è bello vedere che un’artista come Makeba abbia trascorso i suoi ultimi momenti sul palcoscenico, parlando delle cose per le quali si è sempre battuta.». Anche il governo Sudafricano ha commentato: «è morta facendo ciò che sapeva fare meglio, con la capacità di far passare un messaggio positivo attraverso la canzone».
Roberto Saviano la ricorda così: «La voce di Miriam Makeba era quello che i sudafricani dell’apartheid avevano al posto della libertà».
Fonte: wikinotizie