Che quella dei videogiochi sia una forma d’arte degna di rispetto comincia a essere accettato da molti (noi lo diciamo da sempre). Sfidiamo chiunque a non riconoscere il valore artistico degli acquerelli di Okami, o dei fantocci di LittleBigPlanet, o dei voli pindarici di Flower. Solo per citare tre esempi tra i mille disponibili.Fino ad ora, però, in pochi si sono azzardati a passare dalle parole ai fatti. Così va a finire che si trovano in mostra nudi integrali di Madonna, ma non le concept art di Halo 3 o Guild Wars. In Italia, per fortuna, c’è chi ci prova: nelle sale dell’ex chiesa barocca sconsacrata di Saint-Bénin, ad Aosta, a partire dal 23 maggio è in scena The Art Of Games: Nuove Frontiere tra Gioco e Bellezza, la prima mostra italiana ad ospitare opere di artisti del videogioco. Per capire come questo progetto abbia preso vita, abbiamo contattato Debora Ferrari, curatrice della mostra insieme a Luca Traini.
Com’è organizzata la mostra? Sarà una semplice galleria di concept art, o c’è di più?
C’è di più. Il cuore della mostra è un open space nel quale abbiamo affiancato fotografie di beni valdostani (ad esempio il castello di Graines) e concept art degli autori di videogame. L’ex cantoria della chiesa è invece stata attrezzata come spazio relax con una postazione Wacom a disposizione del pubblico. C’è poi la possibilità di assistere al 3D di animazione In Volo, In Valle, realizzato da Mattias Hogvall, un short movie con un personaggio tratto dalle leggende valdostane.
Come vi è venuto in mente di accostare cultura valdostana e videogame?
Noi di Fabbrica Arte lavoriamo da anni per creare proposte di lettura delle arti in modo trasversale. I curatori, conoscendo la ricchezza culturale valdostana, hanno avuto l’illuminazione di proporre questa mostra con legame al gotico cortese dei castelli, proprio perché molte immagini degli artisti videoludici si ispirano al tardo gotico e al post-romanticismo.
Mattias Hogvall, oltre che autore dell’animazione 3D, è anche art director della mostra. Quel è stato il suo contributo?
Hogvall è senior character artist e ha lavorato per diversi videogiochi. Lo abbiamo incontrato e ci ha dato la sua disponibilità a selezionare e coinvolgere artisti suoi colleghi presso note case produttrici di videogame.
Qualche nome?
Daniel Dociu (concept art per Guild Wars), John Wallin Liberto (Gears of War), Craig Mullins (Halo 3), e altri ancora…
In che formato vengono esposte le opere?
Le opere in mostra sono presentate come quadri, su tela seta crystal, proprio perché il loro mondo ‘virtuale’ entri in quello reale dell’arte contemporanea. Ma anche per dare a queste opere un futuro fisico, per un domani in cui non ci fossero fisicamente i software in grado di leggerne i lavori.
Sarà anche possibile giocare?
Sull’ex altare abbiamo allestito quattro postazioni di gioco (Xbox 360 e PlayStation 3) per mostrare il prodotto finito. All’ingresso, poi, un ‘remote_planning’ di Luca Traini traccia un percorso di 70.000 anni di storia culturale mondiale che hanno portato al videogame come lo conosciamo oggi.
La mostra “The Art Of Games: Nuove Frontiere Tra Gioco e Bellezza” è aperta tutti i giorni dal 23 maggio all’8 novembre, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.30. L’indirizzo è: via Bonifacio Festaz 27, 11100 Aosta.
[fonte: Wired.it – Giorgia Scaturro]