Pretendono che la gente li chiami “riaccompagnamenti”, ma chiunque abbia un briciolo di coscienza e un cuore sa che il termine giusto sarebbe un altro. La Lega Nord, che da mesi ormai tiene le fila della maggioranza di governo, finalmente ha calato la maschera anche se – quasi per vezzo – continua a rivendicare (senza più nemmeno sforzarsi di crederci) le proprie radici cristiane. E’ un gioco di prestigio difficile persino per il navigato Bossi e i suoi accoliti, soprattutto oggi che la Chiesa si pronuncia apertamente contro le proposte avanzate dalla Lega sul tema sicurezza. Ci si illude – in una follia macabra che ci ricorda le parole della signora Lario – che l’Italia possa in qualche modo rinnegare la propria identità di nazione multietnica (e chi ha letto almeno un libro di storia in vita sua sa quanto sia assurda questa convizione….), ci si illude di poter arginare un fenomeno come la migrazione che riguarda l’intero pianeta. Per ottenere lo scopo di sbarrare le porte allo straniero che chiede di entrare non si guarda in faccia a nulla, neppure alle Nazioni Unite che protestano inutilmente. Fini lamenta un uso strumentale del tema sicurezza da parte della Lega Nord e chiede di affrontare il problema più pacatamente, ma al leader storico della Lega va bene così. Meglio riempire la testa degli italiani di assurde fobie, istigarli all’odio nei confronti dei clandestini così poi sarà più semplice raccogliere i loro voti in cambio di una sicurezza spietata. Si facciano da parte i valori cristiani, i diritti dei rifugiati, la pietas, tutto quanto: oggi va di moda la ferocia dei forti contro i deboli. Già perché la Lega Nord – a dimostrazione del proprio coraggio – pensa che gli italiani vigliaccamente si schiereranno dalla parte dei più forti (loro) e infieriranno su chi è senza alcuna difesa. Solo le prossime elezioni chiariranno quale è la verità. Ci diranno se hanno ragione i leghisti a ritenere gli italiani un popolo di vigliacchi razzisti destinato, come insegna la storia, a un inevitabile declino. Oppure se c’è ancora un briciolo di dignità, di coscienza, di buon senso in una nazione che – giorno dopo giorno – sembra precipitata in un incubo soffocante da cui è difficile risvegliarsi. Una cosa è certa, “riaccompagnamenti” o “respingimenti” come vogliate chiamarli, restano sempre provvedimenti crudeli di cui ci si può solo vergognare. Se lo ricordi il ministro Maroni (all’uomo Maroni lo ricorderà, a tempo debito, il Dio la cui legge ascolta solo quando gli fa comodo) e non si vanti tanto alla leggera di aver dato un ordinato disumano.