L’Italia ai tempi della crisi è un paese anestetizzato. Il grande momento sembra dunque arrivato, è alle porte. La crisi bussa, vuole entrare e non accetta rifiuti. Il governo Berlusconi – dopo aver ignorato bellamente la catastrofica congiuntura economica – propone come soluzione l’ottimismo. In attesa di una proposta un po’ più efficace, gli italiani – oltre a rodersi il fegato – che fanno? La gente ha visto tutto, ha perso tutto, non ne può proprio più e ormai accetta tutto con bovina indifferenza. Torna prepotentemente il vecchio italico istinto che molti, quasi per vezzo, chiamano “l’arte dell’arrangiarsi”. Non è una novità, si potrà obiettare, anche in passato è accaduto. Ed è vero, gli italiani si sono ritrovati in bancarotta anche in altri brillanti momenti della nostra storia nazionale come, per esempio, nel secondo dopoguerra. Certo, di mezzo c’era una guerra mondiale persa, ma forse si tratta di dettagli o, per dirla alla maniera del premier, di teoremi. Rassegniamoci anche alla crisi economica, tanto ormai siamo abituati a digerire cibi ben più pesanti e infondo cosa ci resta da perdere?
Tutto in offerta Cambiano le abitudini nelle piccole cose come la spesa al supermercato. Dovendo fare i conti con il potere d’acquisto in calo vertiginoso e il costo della vita in aumento spaventoso cosa si può fare? Cercare tra i banchi del supermercato (i negozi naturalmente sono in via d’estinzione…) solo prodotti in offerta o comunque scontati e sperare bene. Tutti alla caccia del prezzo più basso quindi. Il borsino dei prezzi – alimentato dal passaparola – è in piena attività e al centro dell’attenzione di tutti. Le marche famose non contano più nulla, la gente guarda al prezzo punto e basta. Al diavolo la qualità, al diavolo le denominazioni di origine controllata. La pancia borbotta e non ascolta ragioni.
Meglio in bicicletta Il petrolio alle stelle blocca la vendita delle auto, comprese naturalmente le Fiat (che erano tanto faticosamente riuscite a ricrearsi un’immagine…). La gente, se può, evita di muoversi in macchina terrorizzata dal costo del carburante. Non solo l’auto però risente dell’aumento del costo del petrolio: i rincari piovono pesanti come mattoni anche sul trasporto aereo. Le alternative sono le stesse dall’XIX secolo a questa parte: bicicletta e treno. Non è un caso che il settore dei trasporti su rotaia faccia sempre più gola agli investitori privati.
Mutui alle stelle Naturalmente anche i mutui risentono della crisi economica. Per tutti quegli sventurati che hanno optati per mutui a tassi variabili le cose si fanno drammatiche. Per quanti hanno questo genere di mutui e hanno votato centrodestra alle ultime elezioni politiche diciamo subito, giusto per girare il coltello nella piaga, che il governo non ha assolutamente alcuna intenzione di fare qualcosa per aiutarvi ad arrivare a fine mese. Tutti gli altri non gioiscano: a prescindere dal colore politico, qui c’è poco da stare allegri. L’unica soluzione è la rinegoziazione del mutuo. Se potete, fatelo ora perché non è detto che le cose migliorino a breve termine.
Fuori dal mondo Resistono quegli italiani che ancora non si vogliono rassegnare all’idea di essere diventati un po’ più poveri. Questi bizzarri individui comprano oggetti di lusso, vestono firmato, vanno a cena al ristorante con una certa frequenza, arrivano persino a fare finanziamenti per farsi viaggi da sogno all’estero, insomma fanno una bella vita. Cosa ci sia dietro questo comportamento è difficile da capire: forse l’incoscienza, forse misteriose risorse finanziare… L’unica cosa certa è che per loro il risveglio da questo bel sogno non sarà tanto piacevole.