La Russa non ha resistito e alla fine ha detto quel che pensa veramente dell’Onu e più precisamente dell’Unhcr (l’agenzia Onu per i rifugiati). Secondo lui l’Unhcr «non conta un fico secco», e la sua rappresentante italiana – Laura Boldrini – si sarebbe macchiata di comportamenti «disumani o criminali». Poi, di fronte alle inevitabili proteste e resosi conto della gravità delle sue dichiarazioni, si è affrettato ad aggiungere: «Io non ho niente contro la signora Boldrini, non la conosco, non mi permetterei di offendere e se si è sentita offesa me ne dispiace». Addirittura, in uno slancio di generosità, si dice pronto a un colloquio chiarificatore con la portavoce dell’organismo internazionale. Il pasticcio sembrerebbe risolti se Maurizio Gasparri, che non si lascia sfuggire l’occasione di difendere il camerata La Russa, dichiara con orgoglio che «non si capisce a che titolo parli questa signora Boldrini (sig!) e, per dirla con La Russa, ce ne freghiamo. Noi non accettiamo lezioni di democrazia da nessuno». E così, in un sol colpo, la dialettica del Pdl torna di peso indietro nel tempo a quando destra in Italia era sinonimo di una cosa sola: fascismo.
La Russa è poi tornato a a difendere le scelte dell’esecutivo e il lavoro che svolgono i marinai italiani nel riaccompagnare (!) nei porti libici i migranti che vengono intercettati in acque extracomunitarie. «Continuo a dire – afferma infatti il ministro, parlando da Tripoli a margine dei lavori dell’Iniziativa 5+5 – che considero più umana l’azione che stanno svolgendo meritoriamente i nostri marinai nel riaccompagnare, come vuole la legge del mare, nel porto più vicino i migranti che vengono intercettati in acque extraterritoriali, piuttosto che sottoporli a un lungo viaggio, a una lunga permanenza nei nostri centri di identificazione ed espulsione per poi espellerli».
E sulle sue “coraggiose” dichiarazioni?
«Non ho capito – aggiunge il titolare della Difesa – come si potesse immaginare un’azione non umanitaria da parte dei nostri marinai che stanno solo obbedendo alla legge del mare, senza porre in essere alcune azione coercitiva. Non mi è piaciuto e l’ho detto, forse con parole forti, ma lo continuo a pensare».
Saggiamente il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, ha commentato: «Che il ministro della Difesa dichiari guerra all’Onu non mi sembra un’idea geniale. La Russa ogni tanto si dovrebbe ricordare che è ministro della Difesa e prima di parlare dovrebbe pensarci non una ma dieci volte».
Il Pd parla per voce di Massimo D’Alema: «L’attacco verbale del ministro della Difesa Ignazio La Russa all’Onu è indecente. I ministri della Repubblica dovrebbero studiare le convenzioni internazionali a cui ha aderito l’Italia, a cominciare dalla Convenzione di Ginevra».
A quanto pare avevano ragione i proverbi: il lupo perde il pelo, ma non il vizio.