Dal 22 gennaio 2009 alla Rotonda della Besana a Milano la Fondazione Corriere della Sera ha allestito una grande mostra per ripercorrere, attraverso tavole e disegni originali, i 100 anni del Corriere dei Piccoli. Nato nel 1908, il 27 dicembre scorso il Corrierino ha raggiunto la veneranda età di un secolo. Numerose le iniziative succedute nel corso del 2008 per ripercorrere l’anniversario. Cartoomics, la fiera svolta a Milano dal 28 al 30 marzo, ha allestito una mostra dedicata espressamente al Corriere dei Piccoli e ai 100 anni del fumetto in Italia. Un’altra mostra, Caricaaa! Gli eserciti di carta del Corriere dei Piccoli, tenuta dal 12 luglio al 21 settembre nelle sale del museo del Fumetto a Lucca, ha riproposto ai visitatori le serie di tavole di soldatini da ritagliare affidate a grandi firme del disegno italiano, oltre a rarità come le tavole del West di Giorgio Trevisan, gli eserciti degli Stati dell’Italia pre-unitaria di Dino Battaglia, le figurine del Concilio ecumenico disegnate da Sergio Toppi, e le truppe africane disegnate da Hugo Pratt.
E ora questa mostra a Milano, in cui sino esposte più di trecento opere di straordinaria qualità grafica – selezionate grazie al riordino e alla archiviazione di oltre 39.000 fogli solo per il Corriere dei Piccoli e di 5.200 per il Corriere dei Ragazzi, pubblicato dal 1972 al 1976 – arricchite da materiali alla cui ricerca hanno collaborato gli illustratori ancora in vita o i loro eredi. Tavole, disegni, bozzetti, vignette, eseguite con tecniche e su supporti diversi – tempere, chine, matita, penna a sfera, pennarello, su carta da disegno, cartoncini, cartoni – in formati variabili, compresi tra il taccuino e le tavole di grandi dimensioni.
Completano l’allestimento, a cura di Franco Achilli, oggetti d’epoca legati ai personaggi presentati negli anni: giocattoli derivati dai comics statunitensi e dai personaggi creati per il Corriere dei Piccoli; burattini per i teatrini delle stanze dei giochi e marionette d’artista della Compagnia di Gianni e Cosetta Colla; pupazzi dei personaggi che il giornale condivide, dagli anni Sessanta, con la televisione. Il catalogo della mostra, edito da Skira, contiene la storia di questa straordinaria avventura e dei suoi grandi protagonisti.
Ma ora ripercorriamo la lunga vita del Corriere dei Piccoli.
La nascita
Il Corriere dei Piccoli anche noto come Corrierino, è stata la prima rivista settimanale di fumetti dell’editoria italiana; pubblicata dal 1908 al 1995. Il primo numero uscì in edicola il 27 dicembre 1908 come supplemento del Corriere della Sera, al prezzo di 10 centesimi.
Il fondatore e primo direttore responsabile fu il giornalista e scrittore Silvio Spaventa Filippi, che ne rimase il direttore fino alla sua morte nel 1931, ma l’idea della pubblicazione fu dell’educatrice Paola Lombroso Carrara, figlia del celebre Cesare Lombroso.
Nell’editoriale di quel primo numero, titolato “Come fu e come non fu…”, il direttore tracciò le linee guida del piano editoriale del giornale ed esortò il giovane lettore a leggere la rivista sotto la luce più chiara, imitando il genitore che legge con aria di importanza il Corriere della Sera. Il pubblico cui il giornale si rivolgeva era dichiaratamente quello dei figli della nascente borghesia, fedele lettrice del “Corriere”, ma non soltanto, tanto che di quel primo numero furono tirate ben 80.000 copie. Il “Corrierino”, come venne soprannominato, riuscì addirittura in alcuni numeri degli anni ’60 a superare le 700.000 copie di tiratura, complice, secondo il direttore di allora, Zucconi, una forte epidemia di influenza.
Il “Corriere dei Piccoli” divenne fin da subito una lettura di riferimento per diverse generazioni di bambini e ragazzi italiani. Quando nacque, le storie per bambini erano d’impronta nazionale, si richiamavano cioè alla pedagogia del Risorgimento.
Il giornale di distinse dalla corrente principale pubblicando la versione italiana di numerosi fumetti americani, che raccontavano storie spontanee e divertenti:
· Bibì e Bibò (The Katzenjammer Kids, creati nel 1897)
· Fortunello (Happy Hooligan, nato nel 1899)
· Arcibaldo e Petronilla (Jiggs & Maggy)
Le tavole delle storie non avevano le nuvolette ma erano sottotitolate da filastrocche in rima baciata. Da ricordare anche Mammola e Medoro e poi Gibernetta e ancora Pier Cloruro de Lambicchi e la sua Arcivernice, Quadratino, Il Collegio La Delizia…
Ancora più famose le rime baciate del “Signor Bonaventura” di Sergio Tofano, apparso il 28 ottobre 1917, che iniziava ogni avventura con la fatidica frase: “Qui comincia l’avventura del Signor Bonaventura…”, e terminava invariabilmente ricevendo in premio un assegno da un milione.
Lettura sicura e affidabile per i genitori, che tornavano a casa dall’edicola con il Corrierino insieme con il Corriere “dei grandi”, il giornale continuò con gli stessi contenuti e la stessa grafica almeno fino alla direzione di Giovanni Mosca, che diminuì le storie a fumetti a favore dei racconti e delle letture. Con la direzione di Guglielmo Zucconi, dal 1961, si puntò di più ad introdurre fumetti adatti ad un pubblico di ragazzi, tanto da introdurre un inserto, il Corriere dei Piccolissimi dedicato ai fratellini minori.
Fumetti, racconti e scuola: la lunga vita del Corrierino.
Fumetti a parte, notevoli furono anche i racconti a puntate e in epoca successiva le storie di Gianni Rodari.
Uno dei punti di forza del settimanale fu poi il Corrierino Scuola, inserto che per molti anni, durante il periodo scolastico, pubblicò schede (da utilizzare per le ricerche), atlanti geografici e storici, scenari naturalistici da completare e altri utili sussidi. Un altro punto di forza furono i soldatini o i calciatori, le bamboline di carta con vestiti e accessori, oltre tutta una serie di giochi e di ambientazioni in carta tutti da incollare su cartoncino e ritagliare.
Tra le rubriche meritano una citazione: “La palestra dei lettori”, “Corrierino-club” e “Corrierino Sport”.
Il Corrierino uscì ininterrottamente per quasi 90 anni, tranne un periodo di circa un anno, alla fine della Seconda guerra mondiale, quando quasi tutte le testate giornalistiche furono costrette a cambiare nome e il Corriere dei Piccoli divenne Giornale dei Piccoli, con direttore responsabile Arnaldo Sartori. Altri direttori famosi del Corrierino furono Giovanni Mosca (1960-1961),Guglielmo Zucconi (1961-1963) e Carlo Triberti (1964-1972).
Fu soprattutto quest’ultimo a imprimere una seconda giovinezza al settimanale, a partire dal n.11 del1968, cambiando radicalmente formato ed impostazione alla rivista,ora tutta a colori, ed introducendo i fumetti della scuola franco-belga: I Puffi, Ric Roland, Luc Orient, Michel Vaillant, Dan Cooper, Bruno Brazil, Bernard Prince, Poldino Spaccaferro, Gaston Lagaffe, pur senza dimenticare la vocazione divulgativa del settimanale. Celebri le famose schede per le ricerche scolastiche e seguitissimi i romanzi a puntate (ad esempio Efrem o Tommy River di Mino Milani), pubblicati settimanalmente.
Il periodo della direzione Triberti può essere considerato il più fecondo per quanto riguarda i contenuti, specie per la pubblicazione di ottimi fumetti e la valorizzazione di prestigiosi autori e disegnatori, tra cui molti italiani: tra tutti ricordiamo Hugo Pratt con Una ballata del Mare Salat e, Benito Jacovitti con i suoi personaggi Cocco Bill, Zorry Kid e Jak Mandolino.
Non vanno poi dimenticati Leone Cimpellin e il suo “Tribunzio”, Grazia Nidasio con “Valentina Mela Verde, e disegnatori del calibro di Toppi, Battaglia, Uggeri, Di Gennaro. Nel 1970, proprio per ampliare lo spazio dedicato ai fumetti, il direttore Triberti aumentò il numero di pagine, da 52 a 68, anche se a discapito del colore. Le pagine erano ora per metà a colori e per metà in bianco e nero.
La testata acquistò le caratteristiche di un vero e proprio “familiare d’informazione” per ragazzi, per le rubriche di sport, attualità, musica, cinema, scienza, curate da esperti del settore. L’unica pecca del giornale era ora il nome, non più adatto al pubblico cui si rivolgeva.
Nell’estate 1970 un referendum durato tre settimane, svolto tra i lettori per mezzo di cartoline postali da inviare alla redazione e denominato (Scegli Tu), decretò che i giovani lettori preferivano un cambio di testata, passando da Corriere dei Piccoli a Corriere dei Ragazzi. Ci vollero quasi due anni prima che il risultato del referendum venisse pubblicato e la fatidica decisione di cambiare nome venisse presa, cosa che accadde dal n. 1 del 1972.
Per ammortizzare l’impatto sui lettori il Corrierino fu allegato in versione ridotta di 16 pagine ai primi 16 numeri del Corriere dei Ragazzi, diretto da Luigi Boccacini dal n.11-inserto/1972. Uscì poi un diciassettesimo numero (speciale, del 7/5/1972), allegato ad Amica 17/1972, allora diretta da Oriani, e dalla settimana successiva il Corrierino ritornò in edicola a 48 pagine,metà a colori e metà in bianco/nero, al prezzo di 100 lire, con contenuti per bambini, mentre il Corriere dei Ragazzi, diretto magistralmente da Giancarlo Francesconi, con contenuti per adolescenti, proseguì la sua avventura lasciando un ricordo indelebile nei giovani lettori di quegli anni, per la ricchezza e lo spessore dei contenuti e per la carica innovativa del periodo 1972/1975, tanto da essere ancor oggi ricordato come la migliore espressione dell’editoria per ragazzi di sempre.
Gli ultimi anni
Il Corriere dei Piccoli ha subito molte modifiche e adeguamenti ai tempi. Dal 1972 in poi si sono avvicendati molti direttori che hanno, ad ogni cambio di direzione, stravolto formula, formato e foliazione al giornalino, passando da un formato rivista ad un tabloid in cartoncino e di nuovo al formato rivista, e cambiando pure nome da Corriere dei Piccoli a Corrierino, durante la direzione di Maria Grazia Perini, nel 1993.
Nonostante le continue mutazioni di formula, il Corrierino anche dopo il 1972 ha pubblicato ottimi fumetti di grandi autori, basti pensare al “Gianconiglio” di Carlo Peroni, “RediPicche” di Luciano Bottaro, “Walkie Talkie” di Giorgio Pezzin e Giorgio Cavazzano. Purtroppo, l’avvento della tv commerciale ha forse distolto pubblico al settimanale, che vanamente ha cercato di ovviare pubblicando a fumetti le serie animate giapponesi più in voga. Il giornale ha superato anche momenti molto critici, legati alle vicende, soprattutto politiche, che hanno interessato i suoi editori (nel periodo della gestione Rizzoli, all’epoca dello scandalo P2), che di fatto lo hanno lasciato navigare verso tirature sempre più basse, fino a farlo passare dalla RCS alla olandese Egmont (nel 1994). È uscito in edicola senza interruzioni fino al 15 agosto 1995.
Un ultimo numero è stato distribuito nelle edicole lombarde nel gennaio 1996 per non perdere i diritti sulla testata.
Fonte: wikipedia – Fondazione Corriede della Sera