Ma cos’è questa storia del “governo ombra”? Come è possibile che l’opposizione, nonostante abbia perso, formi un governo alternativo a quello ufficiale? Che senso può avere una cosa simile? A cosa può servire? Per chi ha vissuto la politica italiana degli anni ’80 – quando esistevano ancora il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana – non si tratta di una vera e propria novità: nel 1989 il Pci ne aveva costituito uno durante la crisi del governo De Mita. Per tutti gli altri, perlomeno per molti, resta un vero e proprio enigma. Ma da dove salta fuori questa trovata del governo ombra? Elementare: da dove, se non dal Regno Unito? In Inghilterra, negli stati del Commonwealth e nelle ex-colonie britanniche è prassi istituzionalizzata costituire un governo ombra ad ogni tornata elettorale. Come funziona? Semplice: il leader dell’opposizione forma un governo speculare al governo ufficiale, detto “ombra” proprio perché la funzione dei “ministri ombra” è seguire dappresso le attività dei ministri ufficiali, proporre alternative e quando necessario criticare il loro operato. Questo non significa che il governo ombra non collabori, se in accordo, col governo ufficiale: l’interesse di entrambi gli organismi deve essere solo il benessere dello stato. In molti paesi che adottano il cosiddetto “sistema Westminster” (Inghilterra in primis), il governo ombra (in inglese “shadow cabinet” o “shadow front bench”) è un’istituzione politica con uno status ufficiale. In Italia e in molti altre nazioni il governo ombra è, storicamente, solamente un organismo interno di partito. Sembra tutto molto macchinoso – potrà obiettare qualcuno –, ma a chi giova tutto ciò? La risposta sta tutta nei fatti: il governo ombra potrebbe diventare un club esclusivo per distrarre i politici dell’opposizione, oppure potrebbe diventare – come spesso accade all’estero – un organismo vitale e fondamentale della nostra democrazia. Per riuscirci dovrebbe esprimere prima di tutto autorevolezza con risposte concrete ai problemi della nazione, evidenziando l’approccio differente rispetto al governo ufficiale. Solo così – acquistando con i fatti credibilità – potrà aspirare a diventare un vero e proprio punto di riferimento, anche per il governo ufficiale. Insomma è una speranza per tutti gli italiani (e sono tantissimi) che hanno votato per il partito perdente: forse non è molto, ma bisogna accontentarsi! Per l’opposizione, e per quanti si riconoscono in essa, questo è il momento di combattere nell’ombra.
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